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Cenni di storia e di evoluzione

Sviluppo dell’insediamento

 

Comune politico e parrocchia indipendente dal 1582, Vico Morcote si trova citato in passato come «Vico Morcao” (1022) «Vico Morchote» (1395), «Vicomurcò» (1458) e «Vico Murcò» (1591). Insieme con Carabietta apparteneva al Concilium di Morcote e  formava con quest’ultimo un Comune dotato di ricchi privilegi. Il castello (0.0.11) era una delle più importanti e imprendibili fortezze medievali ticinesi. Venne costruito dai Visconti di Milano nel secolo XV in luogo di una torre di avvistamento di epoca romana e venne in gran parte demolito dai Confederati nel 1513, i quali lo cedettero alla famiglia Paleari.


Ecclesiasticamente legato a Morcote fino alla costituzione di una propria parrocchia indipendente, il Comune aveva l’obbligo, riscattato nel 1636, di contribuire alla manutenzione della chiesa di S. Lorenzo a Lugano.


La chiesa dei SS. Fedele e Simone (0.0.8), citata già nel 1591, venne completamente ricostruita nel 1605 sul sedime di un edificio tardo medievale. Oltre alla coltura della vite, che aveva grande importanza già nel Medioevo, una certa rilevanza ebbe anche l’allevamento del baco da seta. Sui terrazzamenti che circondano il castello (III) è impiantato un vigneto storico con le prime colture sperimentali del vitigno merlot in Ticino, importato dalla Francia all’inizio del secolo XIX ad opera di Giacomo Paleari di Morcote.


Oggi, grazie alla felice situazione paesaggistica, prevale il carattere turistico residenziale.

La Carta Siegfried del 1891 mostra il collegamento con il lago con lo stesso percorso di oggi ma in forma di sentiero che, a monte del villaggio, conduce da un lato verso Carona e dall’altro all’Alpe Vicania. La superficie a vite era notevolmente maggiore di quella attuale e copriva anche tutto il pendio a monte e a valle del villaggio. In questi spazi non esisteva alcun edificio.


L’insediamento attuale
Relazioni spaziali fra le parti

 

Vico Morcote è situato oltre 400 metri sul livello del mare, a mezzacosta, su una sporgenza del versante meridionale del Monte Arbostora, a valle dell’Alpe Vicania, con una magnifica vista sul lago Ceresio e sul Monte S. Giorgio; in particolare, dal lato  orientale, gode di una vista privilegiata su Brusino Arsizio, situato sulla riva opposta. È collegato con la riva da una strada che supera il dislivello con ampi tornanti e che prosegue per Carona.


Passaggi coperti come principali collegamenti tra le parti

 

L’edificazione storica è compresa in un nucleo in pendenza, di forma assai irregolare, organizzata in allineamenti paralleli alle curve di livello seguendo la linea ad arco della sporgenza del pendio sulla quale si impianta. Elemento fortemente  caratterizzante il nucleo sono alcuni percorsi coperti, due in particolare, che rappresentano il principale collegamento tra le parti del nucleo sullo stesso livello. Il raccordo tra le parti sui diversi livelli è dato soprattutto da passaggi gradinati, anche alcuni di questi coperti. Un vuoto centrale rappresenta lo spazio maggiore interno al nucleo e in esso si incontrano i due passaggi coperti più estesi. Il vuoto, la maggiore apertura al centro della struttura molto compatta del nucleo, dà l’idea di un lucernario. La sua definizione non è fornita da edifici di particolare interesse e, piuttosto, si apprezza la sua articolazione su più livelli altimetrici e il suo essere movimentato dai numerosi percorsi e passaggi che ad esso affluiscono.

Casa Bazzurini (a sinistra), dimora signorile a cinque assi e tre piani, dominante vuoto in accesso al nucleo, oggi ristorante; inizio sec. XVIII

Dei due passaggi coperti, quello che serve la parte occidentale è ricavato entro il lato lungo del corpo di fabbrica di un edificio abitativo. Sul lato meridionale ha delle aperture ad arco che illuminano il passaggio e liberano la vista verso valle. Oltre al vuoto centrale, l’interno del nucleo non presenta altri vuoti leggibili come pausa dell’edificazione. Piuttosto, altre due piazzette sono leggibili in corrispondenza dei margini esterni del nucleo, alle estremità dei due passaggi coperti. Il vuoto all’estremità nord orientale, elevato rispetto alla strada d’arrivo, trova il suo momento edilizio più interessante nella Casa Bazzurini.

 

All’estremità opposta, il vuoto, anche questo al culmine di un percorso in pendenza, è dominato da una dimora ottocentesca con tratti cittadini, a tre piani e mezzo e cinque assi. Entro i due assi più a sud si apre il detto passaggio coperto.
La parte più meridionale del nucleo é attraversata dalla strada cantonale che prosegue in direzione dell’Alpe di Vicania. L’accesso al nucleo in questa parte è data da una strettoia formata da un corpo dell’Hotel Bellavista e, sul lato opposto, da una dimora settecentesca dal perimetro e dalla copertura irregolari, con un portale di ingresso signorile. Oltre la strettoia, lo spazio si apre per poi restringersi nuovamente.


Oltre questo secondo restringimento un lungo fronte molto alto, rustico – nella sua muratura si inserisce anche un grande masso irregolare – fornisce il limite sud occidentale del nucleo.

Hotel Bellavista, articolato in più corpi, con corpo a torretta, marca in ingresso al nucleo, con forte esposizione verso valle; 2a metà sec. XIX


Caratteri principali del patrimonio edilizio

 

Gli edifici, a due, tre o quattro piani, hanno generalmente facciate semplici, solo in parte intonacate.
Fanno eccezione le abitazioni situate lungo il fronte stradale principale che si distinguono anche per la presenza di elementi architettonici e ornamentali, quali loggiati o decorazioni pittoriche. In generale, il carattere dell’edificazione restituisce  un’immagine dell’insediamento quale doveva avere anche secoli precedenti. Ma è soprattutto la spazialità che rende prezioso l’insediamento, la complessa e fine articolazione dei percorsi in piano e in pendenza. L’acciottolatura aggiunge ulteriore valore a tale spazialità.


La natura in pendenza del terreno fa sì che gran parte degli edifici sfrutti a fini costruttivi tale pendenza, ma anche nella parte superiore, edifici pur di grandi dimensioni, sviluppano il perimetro su una base d’appoggio in piano.
Gli interventi di ristrutturazione effettuati all’interno del nucleo non hanno inciso sostanzialmente sull’immagine d’insieme. Contrastante per vari motivi con il patrimonio storico è la Casa Comunale, più che per il richiamo superficiale a tipi della tradizione regionale, per il suo collocarsi in piano, come su una superficie spianata, in un ambiente dove l’edificazione è fortemente condizionata dal terreno in pendenza.


Sfondo e primo piano minacciati da sovraedificazione

 

Protetto sullo sfondo da una vasta area prativa parzialmente coltivata e poco edificata, il villaggio si apre a sud su di un ripido pendio su cui di recente sono sorte numerose abitazioni che sminuiscono la bellezza del paesaggio naturale e il contrasto di questo con l’edificazione compatta del nucleo.


A sud ovest del nucleo si situa una costruzione a due piani con facciate abbellite da decorazioni a grisaille con motivi floreali. L’edificio, datato 1920, è circondato da un ampio giardino cinto da mura che delimitano in parte il tracciato della strada cantonale.


Il giardino di pertinenza si continua anche sul lato opposto della strada, su un livello più alto, con un padiglione e una terrazza. Importante l’arredo arboreo con un imponente cedro, magnolia e palme.


La chiesa parrocchiale dei SS. Fedele e Simone è situata in posizione isolata e panoramica a nord est dell’abitato, offre il fianco a Brusino Arsizio e la facciata verso sud. La costruzione, a pianta rettangolare con coro rientrante, sormontata da una cupola ottagonale a lanterna, è affiancata dalla casa parrocchiale a sinistra, dal campanile a destra. La facciata, intonacata, è compartita da lesene, da una modanatura, da quattro nicchie contenenti statue di santi. Nel corpo di fabbrica della canonica si apre il «Portico dei morti», una breve e stretta galleria. Un percorso gradinato collega la chiesa con il piccolo cimitero, recentemente ampliato, accessibile più comodamente da valle. L’impianto è cinto da alte mura lungo le quali, nella parte piú a nord, si allineano alcune cappelle.

Parrocchiale dei SS. Fedele e Simone, rifacimento seicentesco di edificio medievale

Panoramica da sud. All’estremità orientale del nucleo la Casa Bazzurini del sec. XVII (adestra)

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